Alopecia Androgenetica: Guida Completa all'Alopecia Ereditaria

Cos’è l’Alopecia Androgenetica?

L’alopecia androgenetica è una forma specifica di perdita capillare, che si caratterizza per una caduta dei capelli molto più veloce del normale e senza possibilità di rigenerazione. Mentre una persona sana perde tra i 50 e i 100 capelli al giorno, nel caso dell’alopecia androgenetica questa cifra è ampiamente superata, configurandosi come una vera e propria patologia.

L’alopecia androgenetica ha inizio, solitamente, nei golfi frontali e temporali, per poi estendersi verso la sommità del cranio. È interessante notare che nelle zone della nuca e delle tempie, la perdita è meno accentuata. Nel caso delle donne, invece, la perdita capillare si manifesta principalmente nella parte superiore del capo, mantenendo intatte altre aree come la fronte.

Le Cause dell’Alopecia Androgenetica

L’alopecia androgenetica è il risultato di una combinazione di fattori genetici e dell’influenza degli ormoni androgeni, che accelerano il ciclo di vita del capello.

Fattori Scatenanti negli Uomini

Negli uomini, l’alopecia androgenetica è prevalentemente determinata da due fattori: ereditarietà e ormoni androgeni.

Predisposizione Genetica

Un uomo con alopecia androgenetica ha una predisposizione genetica che accelera il processo di perdita capillare. Studi scientifici, come quello dell’Università di Edimburgo, hanno identificato 13 geni sul cromosoma X e 112 geni sui cromosomi autosomici legati alla calvizie. Questo suggerisce che se gli antenati materni di un uomo erano calvi, le probabilità che egli sviluppi la stessa condizione aumentano.

Ruolo degli Androgeni

La presenza di una predisposizione genetica crea un ambiente favorevole per l’azione degli ormoni androgeni, come il DHT (dihidrotestosterone), un derivato del testosterone. Questo ormone accelera il ciclo di vita del capello, che attraversa diverse fasi dal suo sviluppo alla caduta.

Ciclo di crescita e perdita dei capelli: differenze tra uomini e donne

Negli uomini, il ciclo di crescita e perdita dei capelli ha una durata media di 3 anni. Nelle donne, questo ciclo è più lungo, con una media di 5 anni. Il ciclo inizia con la fase anagen, che dura tra i 2 e i 6 anni e durante la quale i capelli crescono attivamente. Successivamente, viene la fase catagen, un periodo di transizione che dura tra le 2 e le 3 settimane. Infine, il ciclo si conclude con la fase telogen, che dura tra i 2 e i 3 mesi e durante la quale i capelli muoiono e cadono.

Nel corso della vita, ogni capello attraversa questo ciclo tra 20 e 25 volte. Tuttavia, sotto l’effetto del DHT (Diidrotestosterone), il ciclo di alcuni capelli si accelera, causando l’assottigliamento e infine la scomparsa del follicolo pilifero.

Alopecia Androgenetica nelle Donne: Fattori di Rischio

Predisposizione Genetica

Nelle donne, i fattori genetici giocano un ruolo importante nella predisposizione all’alopecia androgenetica. Questi geni rendono i follicoli piliferi più sensibili agli ormoni maschili.

Impatto degli Ormoni Maschili

La predisposizione genetica è amplificata dalla presenza degli ormoni maschili, che anche a livelli inferiori rispetto agli uomini, possono causare un cambiamento nel ciclo di crescita dei capelli. Le fasi del ciclo (anagen, catagen e telogen) si susseguono più rapidamente, portando alla scomparsa dei capelli.

Prevalenza dell’Alopecia Androgenetica nella Popolazione

L’alopecia androgenetica è più comune negli uomini, ma non è rara nelle donne. L’incidenza aumenta con l’età, colpendo il 20% dei ventenni, il 30% dei trentenni e fino al 40% delle persone di 40 anni o più.

Tra le donne di età compresa tra i 35 e i 45 anni, l’alopecia androgenetica colpisce circa il 25% dei soggetti. Dopo i 50 anni, l’incidenza sale al 35-45%. Oltre ai fattori genetici, anche i cambiamenti ormonali come la menopausa o periodi di stress possono avere un impatto.

Come Valutare l’Evoluzione dell’Alopecia Androgenetica

Per valutare la progressione dell’alopecia androgenetica, si utilizzano due scale: la scala di Norwood-Hamilton per gli uomini e la scala di Ludwig per le donne.

Scala Norwood-Hamilton per l’Evoluzione dell’Alopecia

La scala Norwood-Hamilton è uno strumento utilizzato per misurare la progressione dell’alopecia dall’inizio fino alla fase finale. Questa scala è divisa in sette stadi numerati da 1 a 7, con ciascun stadio che rappresenta un livello crescente di perdita di capelli.

• Stadio 1: Inizio della Perdita di Capelli : Nella fase iniziale, la perdita di capelli si manifesta principalmente nelle aree frontali e temporali.

• Stadio 2: Aggravamento della Perdita nelle Aree Frontali e Temporali In questo stadio, le aree frontali e temporali mostrano una perdita di capelli più accentuata.

• Stadio 3: Manifestazione di Calvizie sulla Sommità del Capo La calvizie inizia a manifestarsi e si estende ora anche alla sommità del capo.

• Stadio 4: Diminuzione di Capelli in Diverse Aree La parte superiore del cranio e i golfi frontali e temporali presentano sempre meno capelli.

• Stadio 5: Avvicinamento alla Calvizie Completa La perdita di capelli è quasi completa, risparmiando solo alcune aree.

• Stadi 6 e 7: Calvizie Completa La calvizie raggiunge il suo stadio finale, con solo l’area ippocratica che rimane inalterata.

Scala Ludwig per la Classificazione dell’Alopecia nelle Donne

La scala di Ludwig è specificamente progettata per le donne e comprende solo tre stadi, in quanto la perdita di capelli nelle donne avviene a un ritmo molto più lento.

• Nello stadio 1, l’alopecia è presente ma non è necessariamente evidente. La calvizie inizia all’attaccatura dei capelli e poi si estende alla sommità del capo.

• Stadio 2: Perdita di Capelli Crescente La perdita di capelli sulla parte superiore della testa diventa più evidente e la densità dei capelli inizia a ridursi.

• Stadio 3: Estesa Perdita di Capelli L’area che va dall’attaccatura dei capelli alla sommità del capo è quasi completamente priva di capelli, anche se una fascia all’attaccatura dei capelli può rimanere. Entrambe le scale Norwood-Hamilton e Ludwig sono strumenti efficaci per monitorare l’evoluzione dell’alopecia nel tempo. Se noti un cambiamento nel tuo modello di perdita di capelli, è consigliabile consultare un professionista per una diagnosi accurata e un trattamento adeguato.

È raro che nelle donne l’alopecia androgenetica conduca alla perdita totale di capelli.

Trattamenti efficaci per combattere l’alopecia androgenetica

A seconda della condizione del cuoio capelluto, esistono diversi approcci terapeutici.

Farmaci per il trattamento dell’alopecia

I trattamenti farmacologici mirano a limitare gli effetti del DHT e a stimolare le radici capillari. Se iniziati tempestivamente, questi trattamenti possono frenare la progressione dell’alopecia ereditaria.

Finasteride

La finasteride è un farmaco prescritto per il trattamento dell’alopecia maschile. Agisce impedendo la conversione del testosterone in diidrotestosterone, rallentando così la caduta dei capelli.

Minoxidil

Il Minoxidil è spesso utilizzato in combinazione con un trattamento antiandrogeno per combattere l’alopecia ereditaria nelle donne. È consigliabile iniziare il trattamento ai primi segnali di perdita di capelli.

Trapianto di capelli

Optare per un trapianto di capelli in Turchia con il Dr. Cinik è un modo efficace per ottenere risultati duraturi, grazie a tecniche innovative che rendono il risultato dell’innesto naturale.

Tecnica FUE

Nella tecnica di estrazione di unità follicolari (FUE), i follicoli vengono prelevati da un’area donatrice e impiantati nell’area calva. L’intervento è eseguito sotto anestesia locale e i risultati sono visibili dopo circa 6 mesi.

Tecnica DHI

La tecnica DHI (Direct Hair Implantation) utilizza una penna per impianti DHI, rendendo inutili le incisioni preliminari. Questo accelera il processo di guarigione e offre risultati estetici soddisfacenti.

Suggerimenti per contrastare la progressione dell’alopecia androgenetica

Per ridurre la progressione dell’alopecia ereditaria, è consigliabile reagire prontamente ai primi sintomi consultando un dermatologo specializzato. Fattori come carenze alimentari in vitamina D o B possono influire negativamente, quindi è bene prevedere anche controlli medici generali.